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leggeremo insieme dalla prima lettera di Paolo ai tessalonicesi leggeremo dal versetto 17 del capitolo 2 fino alla fine del capitolo 3 prima tessalonicesi capitolo 2 versetto 17 Quanto a noi, fratelli, privati di voi per breve tempo, di persona ma non di cuore, abbiamo tanto più cercato, con grande desiderio, di vedere il vostro volto. Perciò più volte abbiamo voluto, almeno io, Paolo, venire da voi, ma Satana ce lo ha impedito. Qual è infatti la nostra speranza, o la nostra gioia, o la corona di cui siamo fieri? Non siete forse voi, davanti al nostro Signore Gesù, quando Egli verrà? Sì, certo, voi siete il nostro vanto e la nostra gioia. Perciò, non potendo più resistere, preferimmo restare soli ad Atene e mandammo Timoteo, nostro fratello e collaboratore di Dio, nel Vangelo di Cristo, per confermarvi e confortarvi nella vostra fede. affinché nessuno fosse scosso in mezzo a queste tribolazioni, infatti voi stessi sapete che a questo siamo destinati perché anche quando eravamo tra di voi vi preannunciavamo che avremmo dovuto soffrire come poi è avvenuto e voi lo sapete. Perciò anch'io, non potendo più resistere, mandai a informarmi della vostra fede temendo che il tentatore vi avesse tentato e la nostra fatica fosse risultata vana. Ma ora Timoteo è ritornato e ci ha recato buone notizie della vostra fede e del vostro amore e ci ha detto che conservate sempre un buon ricordo di noi e desiderate vederci come anche noi desideriamo vedere voi. Per questa ragione, fratelli, siamo stati consolati a vostro riguardo a motivo della vostra fede, pur fra tutte le nostre angustie e afflizioni, perché ora, se state saldi nel Signore, ci sentiamo rivivere. Come potremmo, infatti, esprimere a Dio la nostra gratitudine a vostro riguardo? per la gioia che ci date davanti al nostro Dio, mentre notte e giorno preghiamo intensamente di vedere il vostro volto e di colmare le lacune della vostra fede. Ora Dio stesso, nostro Padre e il nostro Signore Gesù ci appianino la via per venire da voi. E quanto a voi il Signore vi faccia crescere e abbondare in amore gli uni verso gli altri e in verso tutti. come anche noi abbondiamo verso di voi per rendere i vostri cuori saldi, irreprensibili in santità, davanti a Dio, nostro Padre, quando il nostro Signore Gesù verrà con tutti i Suoi santi. Fin qui la parola del Signore. Il sermone è costituito da un ampliamento dell'ultima parte di quello di domenica scorsa che per ragioni di tempo non ho potuto esporre. Abbiamo visto, vi ricordate, lasciate che vi dia una brevissima sintesi, che Paolo, dovendo giustificare la sua prolungata assenza, vuole rassicurare i credenti di Tessalonica del fatto che i suoi sentimenti erano rimasti immutati nei loro confronti e che la lontananza da loro era dolorosa e che provava una vera sofferenza, lui e Silvano in particolar modo e anche Timoteo che come abbiamo visto li aveva visitati, provavano una vera sofferenza, anzi una grande sofferenza perché essendo costretti a rimanere lontani si sentivano, vi ricordate, ne abbiamo parlato domenica scorsa, come orfani, orfani di loro. E questa sofferenza, l'abbiamo riletto anche oggi, sarebbe potuta terminare soltanto se fossero riusciti ad incontrarsi nuovamente, perché non è la presenza virtuale o il semplice ricordo, ma è la visione, l'incontro, faccia a faccia, che può fare cessare questo senso di mancanza. abbiamo osservato anche domenica scorsa che la comunione cristiana così desiderata e desiderabile ha un grande nemico e che questo nemico è il diavolo che cerca di fare di tutto per interrompere la comunione cristiana, per compromettere la comunione cristiana, per ostacolare la comunione cristiana, per contaminare la comunione cristiana. e quindi abbiamo tratto alcune applicazioni per esaminarci e per valutare la preziosità di questa benedizione spirituale. Oggi mi voglio soffermare su quelli che possono essere definiti come i benefici della comunione cristiana. Concludendo, vorrei farvi riflettere su qualcosa, su come coltivarla, come preservarla. Parlerò dei benefici della comunione cristiana considerando prima di tutto il fondamento e il dono della comunione cristiana, che è la comunione con Dio. in secondo luogo parleremo dei benefici della comunione cristiana tra pastori e membri di chiesa e infine mi soffermerò sulla comunione, sui benefici della comunione cristiana tra membri di chiesa. Allora, prima di tutto, qual è il fondamento della comunione cristiana? La comunione cristiana, se ci pensate, è qualcosa di misterioso, non è qualcosa di naturale, Molte volte noi incontriamo delle persone, le incontriamo quando viaggiamo sul pullman magari o sul treno o in aereo, abbiamo modo di parlare con loro in altri contesti o magari le incontriamo ripetutamente al lavoro e si stabilisce anche un certo rapporto, però è davvero strano quello che accade quando due cristiani si incontrano, anche se non si sono mai visti, ma condividendo la comune fede e ricevendosi con amore e con semplicità come dei credenti in Cristo, immediatamente si stabilisce un grado di intimità e un grado di fratellanza vera e propria che è in certi casi assolutamente inspiegabile. Mi è capitato di conoscere delle persone adesso e essere ospitato a casa loro dopo un'ora e poi andare via dopo un giorno o due sentendo come se una parte di me mi mancasse. Come mai? Perché? qualcosa di misterioso, è qualcosa di realmente soprannaturale. È la presenza dello Spirito Santo dentro di noi che ci fa riconoscere nell'altro qualcosa di La comunione cristiana è qualcosa di misterioso, è un dono dello Spirito Santo perché deriva dalla comunione con Dio ed è goduta nella misura della buona provvidenza di Dio che ce lo permette e ovviamente riguarda coloro che sono giustificati, cioè gli eletti di Dio che sono chiamati a salvezza. Le parole che abbiamo letto qui in questo brano sono rivolte e anche i sentimenti che Paolo e Silvano e Timoteo esprimono sono espressi nei confronti di persone che avevano creduto in Cristo. Noi certamente come credenti, come cristiani siamo chiamati ad amare tutti quanti gli uomini, certo, Non possiamo essere selettivi nella scelta di chi dobbiamo amare, però non è possibile né doveroso amare tutti allo stesso modo. Non possiamo amare tutti allo stesso modo. Lo stesso Signore Gesù Cristo ci mostra che perfino nell'ambito dei Suoi dodici più intimi, i dodici discepoli che poi diventeranno i dodici apostoli, ne aveva tre che erano più intimi e tra i tre ce n'era uno che viene definito il discepolo che Gesù amava. In altri termini questa idea che tutte le persone si devono amare allo stesso modo non è né possibile né praticabile. Noi dobbiamo amare e pregare per certamente tutti gli uomini e dobbiamo anche pregare per tutti gli eletti di Dio ma non è possibile neanche che comprendiamo diciamo a volte non sappiamo neanche chi siano queste persone per le quali preghiamo non le conosciamo e quindi non possiamo amare chi non conosciamo è possibile per esempio l'apostolo Paolo quando si trovava A Corinto a un certo punto il Signore gli disse, rimani in questo luogo, continua a predicare, non tacere, perché io ho un grande popolo in questa città, ho un popolo numeroso in questa città. Immaginatevi che cosa sarà accaduto da quel giorno in poi, quando l'Apostolo Paolo, incoraggiato da Dio, da questa visione, da questa rivelazione, ha saputo che c'erano tante persone che sarebbero venute alla fede, tanti eletti che non erano ancora stati chiamati. Immagino che Paolo ha cominciato a pregare per queste persone. Il Signore fa che io sia uno strumento per la chiamata di questo popolo che hai numeroso in questa città che io non conosco, ma non poteva, seppure li avesse incontrati per strada, amarli perché non sapeva chi erano. Allora, chi sono le persone che noi dobbiamo amare in modo particolare? Chi possiamo amare? Chi sono le persone con le quali possiamo avere comunione, dobbiamo avere comunione? Sono le persone che sono state chiamate a salvezza e che riconosciamo come tralci che sono inseriti, che fanno parte dell'unica vita che è il nostro Signore Gesù Cristo. Gesù ha detto io sono la vera vita e voi siete i tralci. e ha parlato del suo popolo, dei credenti come di persone che hanno comunione con lui, hanno unione con lui e quindi hanno comunione l'uno con l'altro. e per questa ragione noi possiamo avere comunione l'uno con l'altro perché siamo uniti a Cristo e questa realtà esplicitata, chiara, fa sì che noi riconosciamo le persone con le quali possiamo avere comunione e desideriamo avere comunione e questa comunione quindi si fonda nell'unione che abbiamo con Cristo, nella comunione che abbiamo con Dio e riguarda gli eletti di Dio che fanno parte di una chiesa locale. In altri termini noi possiamo avere comunione e abbiamo questo tipo di comunione di cui parla l'Apostolo con persone che professano la fede, non soltanto che hanno creduto nel loro cuore in Cristo, quando noi crediamo nel nostro cuore in Cristo veniamo salvati ma c'è un altro aspetto della salvezza che è quello della confessione. Noi dobbiamo credere nel nostro cuore che Dio ha risuscitato Cristo e dobbiamo confessarlo con la nostra bocca per essere salvati e questa confessione è quell'aspetto dell'uscire allo scoperto Infatti il Signore Gesù ha istituito le chiese locali come assemblee composte da santi visibili perché, proprio come era accaduto a Tessalonica, una chiesa locale e l'ambiente ideale per questo scambio di sentimenti, di informazioni, di partecipazione al culto e al servizio affinché il servizio cristiano si possa concretizzare. Questa comunione cristiana da che cosa dipende? Dipende dalla nostra unione con Cristo, dalla nostra comunione con Dio, ma dipende anche dal fatto che noi diventiamo dei santi visibili, diventiamo parte, membri di una chiesa, professiamo la fede, facciamo il battesimo, ci sottoponiamo all'insegnamento cristiano, a quella che si chiama la catechesi, partecipiamo alla comune sorte, della vita della Chiesa. Pensate un po' se tra queste persone che avevano creduto all'insegnamento degli apostoli di Paolo riguardo a Cristo ce ne fossero stati alcuni che avessero detto sì, noi abbiamo creduto in quello che Paolo dice, però non ci uniamo alla Chiesa dei tessalonicesi. Che cosa sarebbe accaduto a queste persone? Sarebbe accaduto una cosa molto semplice, non avrebbero sofferto, non sarebbero stati perseguitati come invece abbiamo visto che questi tessalonicesi lo erano stati. E quindi la professione di fede, identificarsi con un popolo, significa che non solo noi facciamo parte di quel gruppo di persone che adorano Dio, ma che ci si identifica e si partecipa alla sorte comune, le tribolazioni, le tentazioni, gli onori, le benedizioni sicuramente. E non è possibile essere amati ed amare se non ci si sottopone a questo sacrificio, a questo impegno. Il bene è costoso ed essere parte e vivere la vita di una Chiesa locale non è una questione negoziabile. La comunione fraterna di cui si parla qui, queste benedizioni che Paolo menziona, fanno parte della vita del credente nella comunità e riguarda gli eletti che non solo hanno creduto, non solo hanno professato la fede, ma che perseverano nella fede. che formano e che fanno parte di una Chiesa con la quale nella provvidenza di Dio si è stabilito un rapporto, questo senso intenso di comunione, di identificazione, di partecipazione, non è goduta allo stesso modo con tutti i credenti di tutte le Chiese. un grado di comunione e di gioia che noi possiamo avere anche con credenti che incontriamo la prima volta nella nostra vita. C'è un grado di comunione che noi possiamo avere con credenti che noi vediamo che fanno parte di una chiesa locale, magari andiamo a visitarli e possiamo godere nell'adorazione di Dio insieme a loro, ma c'è un altro grado di comunione possiamo godere quando noi, nella provvidenza di Dio, partecipiamo regolarmente alla vita di una chiesa locale. E questo è quello che è la volontà di Dio. Il Signore certamente ci fa questi doni della comunione cristiana anche con persone che incontriamo in modo casuale o con le quali spendiamo un po' di tempo, che sono figli Suoi, ma dov'è che appieno, che in tutta la sua forza, in tutta la sua potenza, in tutta la sua efficacia si manifesta e si vive la pienezza della benedizione della comunione cristiana. E' là dove Dio ci ha posti, là dove Dio ci ha messi, là dove nella sua provvidenza il Dio ha voluto che noi facessimo parte quella comunità, di quella famiglia che sia grande, che sia piccola, che sia numerosa, che sia fatta da pochi credenti, ha poca importanza che ci siano tanti santi eccellenti o che ci siano credenti ancora immaturi, non ha tanto importanza. L'importante è che nella provvidenza di Dio, Dio ci ha messi qui a Caltanissetta, qui in questa chiesa e la gloria e la bellezza della comunione cristiana è goduta nella misura in cui viviamo a pieno questo rapporto. C'è tanta gente purtroppo che non ha compreso che la pienezza della vita cristiana non si vive soltanto nella nostra relazione con Dio direttamente. Quella primaria è necessaria, ma la pienezza della vita cristiana si vive nella nostra relazione verticale con Dio, nella quotidianità della vita vissuta orizzontalmente, con il nostro prossimo, a cominciare con i nostri fratelli e a continuare con il resto degli uomini e delle donne nei luoghi dove viviamo. Io posso pregare per i credenti che sono perseguitati in Cina, ma non li conosco, non ho la possibilità di vivere la comunione con quei credenti. Ma posso pregare per il mio fratello e la mia sorella della mia comunità che stanno attraversando un periodo di prova e non solo li conosco, ma ho la possibilità di servirli e di alleviare il loro dolore ed è mio dovere farlo. ed è mio privilegio ricevere conforto. Comprendete perciò che questo è il fondamento della comunione, è l'opera di Dio, l'opera di Dio che ci unisce a Cristo, l'opera di Dio che ci porta a confessare la fede, l'opera di Dio che nella sua provvidenza ci inserisce in un corpo, in un popolo, in una città, in una chiesa locale. Questo è il fondamento della comunione cristiana. e poi questa comunione cristiana ha dei benefici e prima di tutto ha dei benefici voglio parlare dei benefici della comunione tra i pastori e i membri di chiesa questo brano infatti parla della comunione cristiana tra i pastori e i membri di chiesa tra coloro che insegnano perché esiste questa distinzione ci sono delle chiese e dei gruppi cristiani che non vorrebbero che si facessero queste distinzioni, tutti quanti siamo uguali, non ci sono gradi nella chiesa, non ci sono livelli di vicinanza a Dio. Certo, in un certo senso questo è vero perché questa è una reazione al sacerdotalismo cattolico romano. Cosa ci è stato insegnato, almeno è stato insegnato a me che sono cresciuto come cattolico romano, è stato insegnato che esiste il clero e il laicato, esiste tra il clero regolare, i monaci, le monache che vivono secondo una regola e poi c'è il clero secolare, i preti che fanno attività di servizio, di evangelizzazione e poi nell'ambito del clero ci sono dei livelli gerarchici di responsabilità, di dignità e anche nei nomi altisonanti che vengono usati, Monsignore, io aburrisco l'idea di chiamare una persona mio signore, perché Monsignore questo significa... io credo che ci sia un solo Signore, che questo è Cristo, ma in ogni caso l'idea di questi gradi giustamente la riforma protestante l'ha rifiutata. Martino Lutero ha popolarizzato la verità biblica che tutti i credenti sono sacerdoti dell'iddio vivente, che in virtù della mediazione di Cristo ciascuno di noi può accostarsi a Dio direttamente, tuttavia la scrittura dice con chiarezza che nell'ambito della chiesa locale ci sono quelli che sono i conduttori e quindi ci sono quelli che sono i condotti. e non credo che sia necessario per voi ricordarvelo o stressare o sottolineare troppo fortemente questa verità, ma Ebrei 13, 17 dice ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto. ancora nell'Epistola ai Tessalonicesi, un po' più avanti, al capitolo 5, i versetti 12 e 13, l'Apostolo scrive così, fratelli vi preghiamo di avere riguardo per coloro che faticano in mezzo a voi e che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono. Dire che ci sono alcuni che stanno in una posizione diversa, preposti, posti prima o, come dice il greco, posti sopra di voi. Significa che nella Chiesa ci sono ruoli diversi. Qui ovviamente non si parla di dignità diversa, ma si parla di ruoli diversi e di onore che deve essere dato in funzione della posizione, del ruolo che si ricopre. esistono quelli che faticano e che sono preposti, esistono i conduttori ed esistono i condotti e la comunione cristiana tra i pastori e i membri è di beneficio prima di tutto di re ai pastori. Cioè avete mai pensato che il popolo di Dio è una grande benedizione per il proprio pastore? Io credo che quello che qui l'Apostolo Paolo sta dicendo e su cui stiamo riflettendo vi deve fare riflettere, vi deve fare pensare a quanto, a quanta gioia voi potete dare a me, a quanta gioia voi potete, quanto potete voi rallegrare il mio cuore. La scrittura qui dice, Paolo dice, qual è la nostra speranza, la nostra gioia, la corona di cui siamo fieri? Non siete forse voi davanti al nostro Signore Gesù, quando Egli verrà? Io ricordo di una volta, una volta mi trovavo a scuola, ero insegnavo e c'era un altro insegnante che entrò in classe arrabbiatissimo nei confronti degli alunni e disse io vi odio tutti quanti. Era una classe particolare perché ovviamente diciamo che in un certo senso se lo meritavano pure che quel pover'uomo gliela dicesse, però mi domandavo mi domandavo dentro di me come fai a odiare questi ragazzi, loro ti danno la possibilità di vivere, se non ci fossero loro tu non avresti il tuo stipendio, non avresti la tua esistenza, il senso e l'esistenza di un insegnante è il fatto che ci sia una classe, In un certo senso, e non sto parlando di stipendio ma sto parlando dell'esistenza di un pastore o di pastori in una comunità e il fatto che ci sia un popolo, ci sia un gruppo di persone che voglia ascoltare, che sia disposto a imparare, che sia lì presente. Se voi non ci foste, se queste sedie fossero vuote stamattina, voi pensate che io sarei ugualmente salito su questo pulpito per fare questo sermone? magari mi sarei riunito per conto mio con la mia famiglia oggi neanche loro ci sono quindi da solo a pregare il mio Dio ma il fatto che voi siete qui dà senso alla mia esistenza in questo posto e al mio servizio in questo momento e Paolo pensando ai credenti diceva voi siete la mia gioia e parla di questi sentimenti che lui provava, di tutti i positivi, gioia, speranza, vanto, fierezza, addirittura diceva voi siete il mio premio, siete la mia corona, il coronamento del mio ministero. Quando io andrò in cielo, io potrò presentare voi dinanzi al Signore e vedrò voi insieme a me come la mia corona, la mia gloria, quello che mi darà la gioia di aver capito che la mia vita non è stata inutile. Pensate a quanta gioia davano questi credenti all'Apostolo Paolo e lo sapete che voi potete essere La gioia è anche il tormento del vostro pastore o dei vostri pastori. Potrebbe essere la gioia o il tormento. Un pastore è una persona che ha investito moltissimo della propria vita per vedere la salvezza e il progresso delle persone alle quali insegna. Ed è naturale che se un pastore che durante la settimana si impegna, prega, studia, si prepara, pensa a come può organizzare la propria vita e in funzione dell'opera che deve essere compiuta per la gloria di Dio, quando riceve dei risultati, delle risposte positive, è naturale che si rallegri. Allo stesso modo è naturale che si rattristi quando questo non accade. È una relazione, quella tra un pastore e una chiesa, simile a un matrimonio, dove le due parti si sostengono a vicenda e costituiscono l'uno la gioia dell'altro. Questo è il vero rapporto che ci deve essere tra un pastore e il popolo di Dio, tra i credenti, tra i conduttori e coloro che sono condotti. E se voi mi doveste chiedere qual è stata l'esperienza più dolorosa della mia vita, io vi direi che le esperienze più dolorose della mia vita sono state quelle volte in cui si è interrotta una relazione di comunione, con persone che ho amato, con persone che ho servito, con persone che ho cercato di aiutare spiritualmente. Non potete pensare come ci si sente il senso di fallimento, di impotenza, di frustrazione per non essere riusciti a salvare una relazione, unitamente molte volte anche alla preoccupazione per la sorte spirituale delle persone che si allontanano. Un pastore che è tale ha una grande sofferenza quando vede qualcuno che lo lascia, che lascia la chiesa e quindi dall'altra parte un pastore ha una grande gioia quando vede che il suo popolo, il popolo che tramite lo Spirito Santo è stato chiamato, lo segue, lo comprende, l'ascolta, lo capisce, cresce, serve il Signore, matura spiritualmente. E vi assicuro, fratelli, che poche esperienze umane possono essere più dolorose di una separazione tra un pastore e una chiesa o l'apostasia da parte di una chiesa. Se leggete gli scritti dell'Apostolo Paolo e se leggete il sentimento dell'Apostolo Paolo quando scrive per esempio ai Galati, alle chiese della Galazia, comprendete quanta sofferenza c'era in quest'uomo a causa del cammino che queste chiese stavano facendo verso l'eresia. Vi assicuro che la relazione tra il pastore e la chiesa o gli insegnanti e la chiesa è una relazione che può portare grande benedizione e anche grande sofferenza. In questo caso Paolo parla dei tessalonicesi come una causa di grande gioia e lasciate che ve lo dica, fratelli. Lo so che non siete i migliori del mondo, ma voi siete la mia gioia, siete il mio vanto, siete la mia corona e io ringrazio Dio per tutti quanti voi. Non mi avete lasciato solo in questi anni. Abbiamo camminato insieme e che il Dio ci aiuti a camminare ancora insieme. Qui ci vuole un Amen. Non lo chiedo normalmente, però credo che ve lo dovevo strappare. La mia gioia, la mia corona. Che cosa sarà quando alla fine del nostro cammino cristiano in pochi, sì, perché non credo che noi diventeremo mai una mega chiesa, però così come siamo, quando il Signore ritornerà o quando ci avrà chiamato ad uno ad uno, poi chiamerà voi, chiamerà me o chiamerà me, chiamerà voi e i nostri figli ci ritroveremo intorno a Cristo. quanto sarà meraviglioso e bello vedere che nonostante i nostri difetti però ci siamo aiutati, io ho aiutato voi e voi avete aiutato me ad andare avanti. Questo è il senso, il rapporto che c'è tra pastori e la Chiesa, ma c'è anche un altro modo, un altro aspetto di questa comunione. La comunione cristiana dei pastori con i membri è un beneficio per i membri, è un beneficio per me, mi sostiene nei miei sentimenti e mi dà forza per servirvi, ma vi assicuro che voi avete bisogno anche di me, perché se voi veniste e non ci fosse nessuno qui a predicare. Vabbè, potreste cantare un po' di cantici, potreste pregare un po', ma vi assicuro che non sarebbe la stessa cosa. Non è la stessa cosa. Un culto senza la predicazione, senza l'insegnamento della parola di Dio, senza quella luce che viene dalle scritture, Un culto dove la verità non viene portata alle nostre anime, per farci sentire sì in colpa dinanzi a Dio, ma allo stesso tempo che ci spinge verso la croce per trovare perdono, per trovare grazia, per trovare conforto. Un culto dove non c'è la voce di Dio che giunge a noi. E' un culto in cui ci si può anche divertire un po', Ci si può anche emozionare un po', ma non rimane niente di concreto, di profondo. Voi avete bisogno di chi vi insegna la parola di Dio e i membri hanno un beneficio dai loro pastori. Quali sono questi benefici? credo che la scrittura ci insegni molte cose, ma questo passo che ho appena letto ce lo insegna. Ma prima di tutto voglio che comprendiate questo, che i pastori insegnanti sono la causa di gioia per i credenti. Nella seconda lettera di Paolo ai Corinzi, credo che sia capitolo 1, il versetto 23, sì, 24, dice così, Paolo, noi non signoreggiamo sulla vostra fede, ma siamo collaboratori della vostra gioia, perché nella fede già state salti. Paolo dice noi siamo collaboratori della vostra gioia, gli insegnanti nella chiesa, i pastori sono persone che collaborano, che aiutano voi a rallegrarvi, una gioia santa ovviamente. e come abbiamo visto nella nostra lettura prima dei Saloni Cesi III, si parla di persone che consolano, che confermano, che colmano le lacune della fede. Guardate, vi faccio leggere questi versetti, ci ritorneremo perché il capitolo 3 lo dobbiamo analizzare con attenzione, ma guardate che cosa dice Paolo della visita di Timoteo presso di loro. Dice Poi, leggo da prima De Sanonici 3 al versetto 2, dice, mandammo Timoteo, nostro fratello e collaboratore di Dio nel Vangelo, per confermarvi e confortarvi nella vostra fede. Paolo diceva, io non son potuto venire ma è venuto Timoteo e Timoteo vi ha consolati, Timoteo vi ha confortati, voi stavate attraversando delle prove, delle difficoltà, come li ha consolati Timoteo? Certamente non gli ha portato né medicine e neanche denaro, gli ha portato la parola, il conforto della parola di Dio e quante volte avete fatto questa esperienza? Siete venuti al culto, afflitti e poi una parola vi attirate su. il Signore vi ha parlati e vi ha consolati, magari a dispetto e a discapito anche della consapevolezza di chi stava predicando la parola di Dio. Non privatevi di questa benedizione. L'insegnamento della parola di Dio è veramente un balsamo per le nostre anime ed è il fatto che Dio abbia donato degli insegnanti, dei pastori, dei dottori, degli evangelisti alla chiesa e per il bene del popolo di Dio. E' triste sentire di alcuni che hanno tutte le buone ragioni per assentarsi dalla chiesa e qualunque occasione è buona per saltare il culto, per non essere presenti. La domanda è a queste persone, ma volete veramente bene a voi stessi avete veramente compreso l'utilità dell'ascolto della parola di Dio certo in certi casi io non sono in grado di biasimarli molto perché sono stato testimone in certe situazioni che si va al culto e la parola di Dio non è predicata ma questa è tutta un'altra questione il beneficio che noi possiamo avere. Guardate l'Apostolo Paolo cosa dice. Ho questo desiderio di essere, di venire tra di voi e al versetto 10 del capitolo 13 dice per colmare le lacune della vostra fede. non abbiamo avuto molto tempo per stare con voi, vi abbiamo potuto insegnare alcune cose, però vi mancano delle cose e noi abbiamo il desiderio di essere tra di voi, perché quando saremo tra voi le lacune della vostra fede saranno colmate. Questo è il beneficio di avere dei pastori. C'è un altro aspetto in cui le Chiese hanno beneficio dalla esistenza di pastori, di insegnanti ed è il fatto che questi pregano per loro. Le preghiere dei pastori per i membri sono un reale beneficio. Sempre in Prima Tessalonicesi 3 la prima parte dice «Notte e giorno preghiamo intensamente di poter vedere il vostro volto». Paolo lo dice anche all'inizio, ringraziamo sempre voi tutti nominandovi nelle nostre preghiere, ricordandoci continuamente davanti al nostro Dio e Padre dell'opera della vostra fede. In altri termini voi avete bisogno e dovete pregare perché il Signore provveda sempre di più degli uomini che vi insegnano la parola di Dio e che si prendano cura delle vostre anime. Io spero e prego che il Signore possa benedire questa Chiesa con altri pastori, con altri anziani, con altre persone che amano il Signore, che conoscono la parola di Dio, che sono capaci di insegnare la parola del Signore. e con altre persone che siano in grado di servire sempre meglio. Quindi la comunione cristiana tra pastori e membri di Chiesa ha un doppio beneficio per i pastori e per i membri. E l'ultima cosa, e ho concluso, la comunione cristiana dei membri tra di loro ha molti altri benefici. Perché nel contesto di una Chiesa sana La comunione orizzontale, cioè lo scambio, la partecipazione tra i membri della Chiesa comporta e procura dei grandi benefici. Prima di tutto promuove l'esercizio delle grazie cristiane. Guardate cosa è scritto al capitolo 3, il versetti 11 e 12, il nostro Dio è Padre e il nostro Signore Gesù ci appianino la via per venire da voi e quanto a voi il Signore vi faccia crescere e abbondare in amore gli uni verso gli altri e verso tutti come anche noi abbondiamo verso di voi. Dov'è che noi possiamo mostrare ed esprimere le grazie che Dio ci ha dato, i doni che Dio ci ha dato? Dov'è che noi possiamo esprimere meglio l'amore che abbiamo ricevuto per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato? Ma è proprio nella vita della Chiesa. è proprio nella comunione cristiana, è proprio quando noi stiamo insieme, è proprio quando noi magari veniamo offesi che abbiamo la capacità data da Dio e la possibilità di perdonare, è proprio quando noi viviamo nella vita della Chiesa e veniamo a conoscenza di bisogni da parte di altri fratelli che possiamo prendere del nostro tempo, del nostro denaro, delle nostre abilità per venire incontro ad altri. è nella vita della Chiesa che le grazie della fede, dell'amore, della speranza si manifestano e si esprimono gli uni verso gli altri. E non solo, è nella vita della Chiesa, nella vita di una Chiesa locale e nella partecipazione intensa alla vita di una Chiesa che noi abbiamo il contesto giusto per l'incoraggiamento reciproco, di cui tutti quanti abbiamo bisogno. Guardate cosa dice l'Apostolo Paolo al versetto 8, dice «Se state saldi nel Signore, noi ci sentiamo rivivere». Cioè, qualcosa che voi fate ha un effetto su di noi. Se voi state saldi nel Signore, noi ci sentiamo rivivete. Avete mai visto che cosa è successo, cosa succede in una chiesa quando qualcuno commette un grave peccato? e comincia a sviarsi. In genere succede che non solo una persona va via, ma va via una famiglia e un'altra famiglia si scoraggia e altri diventano cinici e l'ambiente nella vita della Chiesa spesse volte diventa così pesante perché c'è scoraggiamento, c'è avvilimento. Il diavolo, in un certo senso, ha la meglio. Al contrario, quando c'è lo zelo, quando c'è il servizio, quando c'è l'interesse, quando c'è la partecipazione, questo diventa uno stimolo e un incoraggiamento anche per gli altri. L'esempio è qualcosa di molto potente. Perché l'apostolo, lo scrittore agli ebrei dice non lasciando la comune ad un'anza come alcuni sono usi fare, ma piuttosto incoraggiandosi a vicenda ogni giorno. Perché noi continuiamo a frequentare le riunioni della Chiesa e veniamo in settimana e veniamo la domenica e domenica dopo domenica? Perché noi abbiamo bisogno di essere incoraggiati continuamente. L'altro ieri mi trovavo a Villafranca di Rena e qualcuno mi ha detto, sai c'è stato un mio amico che ha ascoltato la predicazione che c'è stata al funerale di tuo papà e ha detto ma io vorrei frequentare una chiesa evangelica. Beh, gli ho detto perché non l'ha fatto? Eh perché sai come funziona, certe volte noi prendiamo dei buoni propositi però dopo un po' se ne vanno via. E questa è la ragione per cui esistono le chiese, perché noi siamo incostanti. Per questo il Signore ha stabilito che ci fosse un'assemblea dove costantemente noi rinnoviamo i nostri voti al Signore, rinnoviamo il senso della nostra devozione e del nostro attaccamento al Signore. E questa è la ragione per cui chi si allontana dalla vita della Chiesa, prima o poi si allontanerà anche dalla vita cristiana. Noi abbiamo bisogno dell'incoraggiamento reciproco. La presenza e la comunione cristiana ci procura le occasioni per la santificazione personale, l'adorazione di Dio in vista del ritorno di Cristo. Questo capitolo si conclude così, e concludo anch'io con alcune parole di applicazione. Questo capitolo si conclude in questo modo, dal versetto 11 al 13. Dio stesso, nostro Padre, il Nostro Signore Gesù ci appianino la via per venire da voi e quanto a voi il Signore vi faccia crescere e abbondare in amore gli uni verso gli altri e verso tutti come anche noi abbondiamo verso di voi per rendere i vostri cuori saldi irreprensibili in santità davanti a Dio nostro Padre quando il Nostro Signore verrà con tutti i santi. Qui c'è tutto il programma della vita della Chiesa Che cosa ci stiamo a fare qui? Perché ci riuniamo? Qual è il nostro scopo? Bene, noi ci riuniamo affinché la nostra santificazione personale aumenti, affinché possiamo adorare Dio, stare dinanzi a Dio e affinché possiamo perseverare in attesa del ritorno di Cristo. Fino a quando il Signore ritornerà? Stiamo per celebrare la cena del Signore. Fino a quando mangeremo il pane e bevremo il vino? Finché Egli venga. Perché lo facciamo? Perché il Signore nel sacramento della cena del Signore o nell'ordinamento della cena del Signore ci ordina di guardare indietro? Ricordatevi di me, affinché noi possiamo guardare avanti a quello che ci sta dinanzi. E mentre noi adoriamo Dio e perseveriamo nella santità, poggiandoci su quello che Cristo ha fatto, aspettiamo il suo ritorno dal cielo. Questa è la comunione cristiana. La nostra comunione qui a Caltanissetta di cristiani non ha difetti? Ne ha, certo, ne ha e da che cosa derivano questi difetti? Derivano dal difetto della nostra comunione personale con Dio, questo è il problema. Se noi fossimo dinanzi a Dio, quello che dovremmo essere, saremmo gli uni verso gli altri, esattamente quello che dovremmo essere. E perciò qual è la strada? Non si può avere apprezzamento di ciò che è divino, santo e puro se non si possiede un cuore rigenerato e santificato. E questa questione di fondo è quella che deve essere affrontata prima delle altre. Se qualcuno tra di voi non ha il piacere, non trova giovamento non ricerca la comunione questo potrebbe essere solo un sintomo e rivelare la peggiore delle malattie che è l'incredulità perciò adesso che è un momento di esame di noi stessi cerchiamo di vedere di andare oltre le mere evidenze Signore, per quale ragione non ho questa gioia intensa della comunione cristiana? O perché ne ho poca soltanto? Non sarà forse perché la mia comunione con Te è debole, perché sono distratto, perché ho bisogno di conoscerti, amarti di più? O magari qualcuno dovrebbe dire che ho bisogno di convertirmi a Te, perché ho bisogno di nascere di nuovo, perché ho bisogno di essere salvato, salvata? La seconda cosa è questa, dobbiamo apprezzare la provvidenza di Dio per i rapporti che il Signore ci ha concesso. Questa è la nostra Chiesa, con i suoi pregi e i suoi difetti. Questo è il vostro pastore, questa è la mia congregazione, il popolo al quale il Signore mi ha unito, io vorrei che foste migliori, voi vorreste che io fossi migliore, ma questi siamo. E proprio perché questi siamo dobbiamo ringraziare Dio per quello che siamo. e dobbiamo apprezzare quello che Dio ci ha dato. Nella sua provvidenza Dio ci ha fatto quello che siamo e dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili per trarre il meglio da quello che abbiamo. Dobbiamo avvalerci di ogni opportunità, dobbiamo promuovere tutte le occasioni che abbiamo, dobbiamo coltivare la nostra comunione cristiana e se si è interrotta dobbiamo ripristinarla. E infine, dobbiamo anche cercare la comunione con i cristiani migliori. Certo, anche quelli che sono lontani e quelli che sono morti, che ci parlano mediante i loro scritti o che ci parlano mediante il loro audio, i loro video, possono esserci di qualche aiuto. Però vorrei raccomandarvi, in un'epoca in cui abbiamo tante tentazioni in questo senso. Prediligete le persone che sono vive, prediligete le persone che sono vicine, prediligete le persone con cui potete avere comunione in carne e ossa, riconoscendo che quello che il Signore ha stabilito è il meglio. in altri termini, certo ci sono predicatori migliori di Reno Ulfo che voi potete ascoltare in rete però il vostro predicatore in carne ed ossa vi può fare molto più bene del migliore dei predicatori che trovate in rete e non sto facendo un discorso per me, sto facendo un discorso per ciascuno di noi Molte volte noi coltiviamo amicizie e rapporti con cristiani e credenti, oggi grazie ai social o in altri modi, che sono lontani da noi e magari trascuriamo di fare una telefonata o di incontrare o di cercare di passare una serata, di stare a cena o di invitare un fratello o una sorella che abitano a pochi chilometri da casa nostra. Non è forse questa una di quelle benedizioni di cui ci priviamo? Paolo diceva, io ho il desiderio di vedervi a faccia a faccia. Certo, quando ci vediamo a faccia a faccia vediamo i difetti, ma questi siamo e questo Dio vuole che noi facciamo. Fratelli, consideriamo la grande benedizione della comunione cristiana e ci concede il Signore di viverla profondamente. Signore, ti ringrazio per avermi dato grazia di poter parlare francamente a questo popolo e per la pazienza e l'attenzione che questi fratelli hanno rivolto alla tua parola. Oh Fa'o, Signore, che se si riconosce che questa è la verità, ciascuno di noi possa esaminarsi, ravvedendosi delle proprie mancanze a questo proposito. Io ne ho, signore, come pastore di cui mi devo ravvedere, certamente anche i miei fratelli ne hanno viste alcune, ma aiutaci non solo ad essere convinti di peccato, ma ad essere rinforzati nell'uomo interiore in modo da trarre profitto da tutto ciò che tu hai messo a nostra disposizione. Ti prego, e ti preghiamo insieme, che il tuo spirito e la tua parola possano operare nel nostro cuore quella santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore, di cui abbiamo un grande bisogno. Rimani con noi, Signore, e continua a benedirci nel resto di questo servizio, nel nome di Gesù. Amen. Fratelli, vogliamo adesso
Il beneficio della comunione cristiana (2)
Series Prima Lettera ai Tessalonicesi
Sermon ID | 761785550 |
Duration | 54:37 |
Date | |
Category | Sunday - AM |
Bible Text | 1 Thessalonians 2:17-20 |
Language | Italian |
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